In questo periodo, stimolati dai vari lockdown passati, l’istruzione e la formazione hanno allargato i loro orizzonti potenziando i loro mezzi con l’ausilio di corsi, simulazioni e allenamenti in realtà virtuale. Le recenti statistiche dimostrano che chi si è avvalso di questa tecnologia risulta più aggiornato rispetto alla concorrenza e la crescita ha un’efficacia maggiore grazie ad un abbattimento di costi fino all’83% e di tempi fino al 50%. L’esperienza offre all’utente un accesso all’informazione migliorato che riduce le distrazioni.
Ma come usare correttamente il VR training e i software di realtà virtuale per ottenere tutti questi benefici? Per spiegarlo al meglio abbiamo raccolto 8 esempi che possono coprire più esigenze e spiegare in poche parole come lo sviluppo di applicazioni di realtà virtuale porti vantaggi ad aziende e scuole.
Il primo esempio degli effetti benefici del training VR ci viene da un esperimento in cui a due gruppi di persone era stato assegnato il compito comune di svolgere una procedura di sicurezza. Ad un gruppo erano state date le istruzioni di esecuzione con metodo standard, mentre all’altro gruppo era stata fatta formazione con realtà virtuale. Ebbene, il 70% degli utenti di quest’ultimo gruppo aveva eseguito la procedura correttamente, mentre solo il 20% degli utenti del primo gruppo era riuscita nel compito.
Alla stregua del caso precedente, un altro esperimento che coinvolgeva alcuni studenti di medicina e chirurgia con il compito di dissezionare la cistifellea ha dato esiti simili: gli studenti appartenenti al gruppo che aveva usato la Realtà Virtuale per studiare e allenarsi avevano registrato una probabilità di riuscita 9 volte maggiore rispetto agli altri. Inoltre, l’Imperial College di Londra ha dimostrato che l’83% dei chirurghi addestrati con VR potrebbe eseguire con successo una procedura del tutto nuova, mentre quelli che nello stesso tempo si sono dedicati solo allo studio tradizionale hanno una probabilità di successo dello 0%. Lo ZERO percento: domande?
A distanza di un anno da un corso che prevede l’addestramento o la simulazione di situazione critiche con la Realtà Virtuale, gli utenti riescono a ricordare fino all’80% di ciò che hanno appreso. Una percentuale di successo incredibilmente alta, dovuta forse alla possibilità di ripetere gli stessi compiti con una frequenza molto più intensa e un grado di personalizzazione molto più alto rispetto a quanto normalmente possibile in un contesto tradizionale di apprendimento.
I gestori dei negozi di un’importante catena americana hanno usato il VR per istruire e preparare al Black Friday i loro dipendenti e al termine della formazione hanno riscontrato un risparmio dell’80% sul totale del tempo dedicato tra gestione ed esecuzione dei corsi. Sicuramente, oltre agli aspetti tecnici relativi alla gestione di inventari o casse, un aspetto importante che la realtà virtuale aiuta a tenere sotto controllo, preparando i dipendenti ad affrontare situazioni di stress in anticipo in un contesto del tutto realistico, è anche quello psicologico.
La fiducia è la chiave del successo durante l’apprendimento di competenze trasversali. Rispetto alla formazione in aula, gli studenti che hanno basato i loro studi sulla realtà virtuale oltre che sui libri sono il 40% più sicuri delle proprie capacità: come per il punto precedente, vale il discorso relativo al miglioramento, dischiuso dalla realtà virtuale, della capacità di tenere sotto controllo emozioni negative come l'ansia da prestazione attraverso una simulazione realistica che anticipi e prepari all'analoga situazione di vita reale.
Uno studio di PwC dimostra una riduzione del 400% del tempo necessario per la formazione rispetto all’apprendimento in aula. Se consideriamo anche il tempo necessario alla configurazione dell’apparecchiatura, questo è comunque inferiore alla media del tempo che gli studenti impiegano per raggiungere il luogo delle lezioni, un viaggio che come molti di noi conoscono sulla propria pelle può essere molto logorante e talvolta costituire addirittura un deterrente al completamento del percorso di studi intrapreso. Meno tempo dedicato agli spostamenti significa anche più tempo da dedicare anche alla vita privata, con evidenti benefici per il benessere psicofisico.
L’apprendimento basato sulla simulazione VR consente agli studenti di sentirsi più emotivamente connessi al contenuto, migliorando i loro risultati a lungo termine. È ampiamente dimostrato, infatti, come la stessa informazione, se proposta in abbinamento a stimoli visivi, venga assorbita molto più a fondo e in maniera decisamente più duratura rispetto a uno stimolo unicamente verbale.
L’85% degli utenti a cui è stato chiesto un riscontro sull’uso della realtà virtuale rispetto ai metodi tradizionali per la formazione tecnica in un’azienda dichiara di preferire il VR perché oltra ad essere più coinvolgente limita le possibilità di distrazione. Questo è un punto molto interessante perché di fatto si pensa spesso alla realtà virtuale come un giochino fine a sé stesso che porterebbe via tempo alle "cose importanti": invece, a quanto pare, è vero l'esatto contrario.
I device utilizzabili nel training VR sono moltissimi. Un esempio è la Tacsuit x40, un gilet capace di trasmettere, grazie ai suoi 40 motori vibro-tattili, un feedback aptico (percezione tattile + posizione del corpo rispetto all’oggetto). Questo è utilissimo in tutti quei training dove la risposta al corpo rappresenti una parte fondamentale, rendendo l’esperienza molto più immersiva.
L’abbinamento con un dispositivo di Realtà Virtuale e altri IOT per leggere dati biotelemetrici fa evolvere l’utilizzo della Tacsuit da avanzato oggetto ludico ad un vero e proprio strumento per la formazione e simulazione in ambienti virtuali. Il famoso film Ready Player One (2018) aveva in qualche modo previsto questa tipologia di oggetti, ma non siamo poi così lontani da quella visione futuristica. Ciò fa capire quanto ormai il VR sia così maturo da poter essere utilizzato per applicazioni enterprise.
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Sono uno sviluppatore web/mobile e UX designer appassionato di innovazione tecnologica. Oltre alla programmazione mi occupo anche di progettazione di Database e di User Experience. Trovare una soluzione facile a un problema difficile è la cosa che più mi diverte.
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